Nel paese di Santa Teresa Gallura ci sono due chiese principali all'interno del centro abitato, subito fuori del paese ci sono altre due piccole chiese molto caratteristiche, la Chiesa di Santa Reparata e la Chiesa di Buoncammino. Ognuna caratteristica e visitabile, vale la pena fare due passi e scattare una foto diversa dal solito.
San Vittorio
La chiesa parrocchiale, costruita dal 1835 al 1838, è dedicata a San Vittorio martire che con Santa Teresa d’Avila e Sant’Isidoro è il patrono di Santa Teresa Gallura. ll’interno la chiesa custodisce una serie di elementi artistici di notevole pregio, anche dal punto di vista storico come gli argenti sacri dono di Maria Teresa d’Austria (1811), il Cristo Crocifisso Vivo, il ritratto dell’Assunta e un’icona di San Matteo attribuita alla scuola di Stroganoff, ambedue del XVIII secolo.
Santa Lucia
La piccola chiesa dedicata a Santa Lucia si trova nell’omonimo quartiere, affacciata sul fiordo del porto, in uno scenario paesaggistico molto suggestivo. Ha una forma piuttosto semplice, rettangolare, con contrafforti laterali, interamente intonacata e dipinta di bianco. Molto ricco, dal punto di vista artistico, è l’arredamento che comprende un bel crocifisso, con il Cristo in legno d’olivastro e la croce di ginepro, opera di Giovanni Pedditzi. Sulle pareti laterali vi sono le quattordici stazioni della Via Lucis, con altrettanti episodi della vita di Gesù, dalla Resurrezione alla Pentecoste, opera del pittore Cosimo Musio.
Del Buoncammino
L'antica chiesa fu quasi certamente la parrocchiale del villaggio di Melataras, nella Curatoria di Taras del Giudicato di Gallura, borgo estintosi prima del 1380. L'attuale edificio è stato ricostruito sul preesistente impianto medievale, ricordato nel 1339 come "vocata Sancta Maria", che l'Opera della primaziale di Pisa possedeva "in villa de Mela Tarasi". Gli ambienti interni sono voltati a botte ed il presbiterio semicircolare, contiene un semplice altare in granito. Delle dieci statue, collocate su mensole o all'interno di niccchie, due sono dedicate alla Vergine, di cui una in alabastro.
Nell'area circostante, affiorano alcuni ruderi murari che sono il perduto ricordo di un antico monastero edificato sulle rovine del un sito romano.
Santa Reparata
Un'antico luogo di culto è citato in un poema del 1114 come "templum vetustum", il che significa che era stato costruito molto tempo prima e quasi certamente ad opera dei Pisani, che qui erano dediti al commercio e nella cui patria, alla martire era dedicata la primaziale, prima che il titolo passasse sotto l'invocazione di Santa Maria. L'ubicazione di questa chiesa era nei pressi dello scalo di Capo Testa, utilizzato sin dall'epoca romana per il carico delle colonne granitiche.